Tra i processi di trasformazione dei materiali metallici, nell’ industria meccanica, è prevista anche la “separazione”, cioè l’asportazione di materiale. Una separazione che può avvenire tramite attività di decapaggio, molatura, sabbiatura e sgrassaggio. Tutte attività che presentano per gli operatori specifici rischi di infortunio o malattia professionale.
Ci soffermiamo oggi sui rischi di chi si occupa delle attività di sgrassaggio.
E lo facciamo attraverso il contenuto delle schede contenenti i profili di rischio dell’industria meccanica correlati alla ricerca Inail “ Profili di rischio nei comparti produttivi dell’artigianato, delle piccole e medie imprese e pubblici esercizi: Industrie Meccaniche”.
Nella scheda “S.P.R. 25_Addetto allo grassaggio dei metalli” si ricorda che l’attività di sgrassaggio è quel procedimento che allontana i grassi presenti sulle superfici metalliche in modo da rendere le superfici stesse idonea a riceve un successivo rivestimento. E nell’attività possono essere impiegati solventi organici (percloroetilene), agenti alcalini (tensioattivi sodici).
Questi i principali fattori di rischio connessi alla professione:
– “traumi, lacerazioni, contusioni, ferite, bruciature e ustioni provocati dalla manipolazione dei metalli, cadute e scivolamenti;
– elettrocuzione o ustioni causate dal contatto con parti in tensione delle macchine;
– malattie respiratorie e dermatologiche dovute ad inalazione e contatto di prodotti chimici;
– esposizione a vapori di solventi con effetto sul sistema nervoso centrale (vertigini sonnolenza e mal di testa) sul fegato (epatopatia) e sul rene”.
Si ricorda poi che le principali macchine/impianti utilizzate nel processo di lavoro sono:
– “apparecchi di sollevamento ( carrello elevatore, carroponte, ecc.): movimentazione dei pezzi in lavorazione;
– vasca di pulitura: pulitura delle superfici dei pezzi metallici;
– vasca di risciacquo: immersione dei pezzi nei bagni contenenti acqua per il relativo lavaggio”.
E le principali materie/sostanze utilizzate o sviluppate nel processo sono, come abbiamo visto:
– “tricloroetilene e solventi: immersione nella vasca di pulitura contenente apposita soluzione;
– soluzioni alcaline: immersione nella vasca di pulitura contenente apposita soluzione”.
Riprendiamo brevemente dalla scheda alcune indicazioni relative ai rischi infortunistici e ai rischi chimici.
Queste alcune misure di prevenzione per i rischi infortunistici:
– “i pavimenti dei luoghi di lavoro devono essere fissi, stabili ed antisdrucciolevoli, nonché esenti da cavità o piani inclinati pericolosi;
– mantenere l’area di lavoro in ordine ed evitare l’accumulo di materiale che possa intralciare i movimenti dell’operatore;
– dotare gli ambienti di lavoro di sufficiente illuminazione naturale e/o artificiale;
– dotare l’ambiente di lavoro di idonea segnaletica di sicurezza e vietare l’accesso alle persone non autorizzate e progettare in modo adeguato le vie di circolazione per veicoli e pedoni al fine di evitare investimenti, incidenti tra mezzi e ribaltamenti;
– prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per lo scarico e lo stoccaggio in magazzino di materie prime;
– utilizzare scaffalature, bancali, ecc. idonei a sostenere e trattenere il carico da immagazzinare;
– prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’approvvigionamento del materiale dal magazzino ai reparti di produzione al fine di evitare un’interferenza con le attività di reparto e ribaltamenti;
– prevedere idonee procedure ed istruzioni operative per l’attrezzaggio di impianti e macchine e per tutte le operazioni di manutenzione;
– verificare la sicurezza di apparecchiature elettriche prima del loro utilizzo. sottoporre attrezzature elettriche difettose o che presentano anomalie sospette ad ispezione ed eventuale riparazione da parte di un tecnico elettricista qualificato e mantenere i cavi elettrici in ordine”.
Riguardo al rischio chimico si indica – laddove sono presenti e/o utilizzati e/o si generano agenti chimici pericolosi e “oltre a oltre ad una corretta valutazione dei rischi da esposizione e da incidente (metodi semiquantitativi e/o quantitativi)” – di provvedere ad applicare, quando appropriate, le idonee misure generali e specifiche di prevenzione.
Le misure generali di prevenzione prevedono:
– “riduzione al minimo del n° di lavoratori esposti (limitazione dell’accesso a determinate zone; separazione fisica delle zone per l’effettuazione di determinate operazioni);
– riduzione al minimo della durata e intensità dell’esposizione (prevedere una ventilazione sufficiente dei locali; adeguare le variabili di processo senza ridurre il rendimento);
– riduzione della quantità di agenti chimici (disporre della quantità di agenti chimici, indispensabili per il lavoro, sul luogo di lavoro);
– fornitura di attrezzature idonee, oltre a procedure di manutenzione sicure (stabilire i requisiti che devono possedere le attrezzature di lavoro prima di procedere al loro acquisto; programmare e protocollare gli interventi di manutenzione);
– concezione e organizzazione dei sistemi di lavoro sul luogo di lavoro (eliminazione o adeguamento delle operazioni in cui, pur non essendo necessario, può esservi contatto con agenti chimici pericolosi);
– procedure di lavoro idonee (istruzioni scritte per lo svolgimento della mansione, descrivendo passo a passo i requisiti di sicurezza di cui tenere conto)”.
Le misure specifiche di prevenzione (da attuare in base ai risultati della valutazione dei rischi) prevedono poi:
– “eliminazione del rischio: sostituzione totale dell’agente chimico pericoloso; modifica del processo / utilizzo di attrezzature intrinsecamente sicure / automazione;
– riduzione/controllo del rischio: sostituzione parziale dell’agente chimico pericoloso; cambiamento di forma o di stato fisico; processo chiuso; estrazione localizzata (LEV: local exhaust ventilation); segregazione reparti “sporchi”; stoccaggio sicuro; metodi di lavoro corretti (manipolazione sicura; trasporto interno sicuro); protezione del lavoratore; unità lavaocchi e docce; prevenzione e protezione da esplosione / incendio”.
Sena dimenticare poi, se necessario, di “proteggere il lavoratore mediante dispositivi di protezione individuali (maschere, respiratori, guanti, scarpe, tute, ecc.)”.