Aumentano i cinquantenni italiani che emigrano in cerca di lavoro. Rapporto della fondazione Migrantes

A partire dall’Italia sono sicuramente i giovani (37,4%) e i giovani adulti (25,0%), ma le crescite più sostanziose, come si è visto dettagliatamente in precedenza, si notano dai cinquant’anni in su. Lo si legge nel Rapporto Italiani nel Mondo 2018 della Fondazione Migrantes. I dati relativi alle partenze dell’ultimo anno comunicano che in questo momento stiamo assistendo ad un cambiamento: a partire dall’Italia sono sicuramente i giovani (37,4% sul totale partenze per espatrio da gennaio a dicembre 2017) e i giovani adulti (25,0%), ma le crescite più importanti le si notano dai cinquant’anni in su (+20,7% nella classe di età 50-64 anni; +35,3% nella classe 65-74 anni; +49,8% nella classe 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su). Come leggere questi dati, si domanda il rapporto? Sicuramente ci si trova di fronte alle necessità di provvedere alla precarietà lavorativa di italiani dai 50 in su rimasti disoccupati e soprattutto privi di prospettive in patria (definiti nel Rapporto Italiani nel Mondo “migranti maturi disoccupati”). Si tratta di persone lontane dalla pensione o che hanno bisogno di lavorare per arrivarvi e che, comunque, hanno contemporaneamente la necessità di mantenere la famiglia. In quest’ultima, infatti, spesso si annida la precarietà a più livelli: la disoccupazione, cioè, può coinvolgere anche i figli, ad esempio, già pronti per il mondo del lavoro o ancora studenti universitari. In questo stato di cose si inseriscono gli anziani per risolvere o tamponare la precarietà: la famiglia, cioè, si amplia fino a comprendere i nonni.
Askanews

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