In tempi di crisi occupazionale il paradosso è che in Italia si denuncia la mancanza di molte figure professionali: infermieri, medici e ingegneri su tutti
In tempi di crisi occupazionale – il tasso di disoccupazione nazionale supera l’11% e quello giovanile si attesta al 35,4% – c’è un paradosso: per quanto la platea di italiani che non trovano lavoro resti nutrita, molte imprese fanno fatica a reperire le risorse di cui hanno bisogno perché mancano i candidati o la preparazione adeguati.
Le professioni sono tante e molte riguardano l’ambito sanitario. Della cronica mancanza di medici si parla molto, un’emorragia di 45.000 medici in 5 anni: è quella che si determinerà in Italia per effetto dei pensionamenti e che riguarderà sia i medici di famiglia sia i medici del Servizio sanitario nazionale.
Appena dopo la professione medica, in questa classifica di cui si farebbe volentieri a meno, si prosegue con gli infermieri. Il Centro studi della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri (FNOPI) ha lanciato l’allarme: in Italia mancano almeno 53 mila infermieri. In Campania ne mancano 8.937. in Sicilia ci sono 9.755 infermieri in meno, passando per i 4.724 mancanti in Lombardia, 4.540 in Sardegna e 4.024 in Calabria. Una lacuna che porta a un aumento di rischi per i malati e per gli stessi operatori.
Ma non è il solo il comparto medico a soffrire della mancanza di manodopera. Confindustria in un recente studio ha denunciato che all’impresa manifatturiera italiana da qui ai prossimi cinque anni mancheranno ben 280 mila tecnici altamente specializzati nel settore dell’ingegneria, da quella gestionale a quella dell’informazione, a quella meccanica. I settori che necessitano di più di questi «supertecnici» sono quello della meccanica, l’agroalimentare, la chimica, la moda e l’ICT.
Nello specifico il sistema informativo delle Camere di Commercio ha rilevato quello che le imprese cercano di più: le due professioni più richieste sono manovali all’assemblaggio meccanico e costruttori meccanici con macchine utensili, a cui il sistema informativo attribuisce un tasso di difficoltà di reperimento pari al 73%. Che significa che quando le aziende pubblicano degli annunci in cui specificano di aver bisogno di queste figure professionali, più di 7 volte su 10, l’offerta rimane inevasa.
E non è che l’inizio: procedendo in ordine crescente, anche i parrucchieri hanno un tasso di difficoltà di reperimento elevato, pari al 73%, mentre gli agenti immobiliari e gli analisti programmatori arrivano a raggiungere il 79%. A seguire i venditori rappresentanti (76%), i programmatori informatici (67%), gli operatori socio-sanitari (58%), gli insegnanti di scuola elementare (49%), gli autotrasportatori di merce (42%), i conducenti di autobus (32%) e quelli di mezzi pesanti e camion (25%). Di sicuro, per chi non sa che pesci prendere, avere queste informazioni può essere utile per intraprendere un percorso di formazione che abbia come obiettivo un’occupazione immediata (o quasi).
Infine, nella gallery, c’è l’elenco delle professioni che potrebbero essere tra le più richieste nei prossimi anni in Italia.
https://www.vanityfair.it/mybusiness/annunci/2018/10/15/cerco-lavoro-lavori-introvabili-le-figure-professionali-che-mancano-in-italia